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Con i Discorsi letterari e filosofici inizia la pubblicazione delle Opere di Francesco Lomonaco, a 250 anni dalla nascita. Basilicatese, laureato a Napoli in utroque iure e in medicina, votato al mito di Sparta e della Roma repubblicana, fu versato nelle scienze, nel diritto e nelle culture classiche. Ebbe a modelli Livio e Tacito, Gravina e Filangieri, Pagano e Vincenzio Russo, Mably, Rousseau e gli illuministi inglesi. Mitografo e ideatore di mitologemi, repubblicano e sensista, critico acerrimo della lingua cruscante, esule e naufrago dopo la 'catastrofe' della rivoluzione di Napoli, fu traduttore e reporter, biografo e saggista, alieno dal mecenatismo e orgoglioso dell'indipendenza del letterato. Insegnò storia e geografia nella scuola militare di Pavia. Scettico ed eclettico, con lo sguardo verso l'Europa, non superò mai nella scrittura e nelle forme del pensiero i residui del mondo arcaico e folclorico. Antimoderno e anticapitalista romantico, ma non espressione dell'universo bonapartista e della tradizione culturale moderata dominante in Italia, fu suicida il 1° settembre 1810.